processo tributario

ESTROMISSIONE DAL GIUDIZIO PER L’AGENTE DELLA RISCOSSIONE CHE SI COSTITUISCE CON AVVOCATI ESTERNI

17/01/2018

In seguito alla modifica dell’art. 11, comma 2, D. Lgs. n. 546/92, avvenuta ad opera dell’art. 9, comma 1, lett. d), n. 1, D. Lgs. 24 settembre 2015, n. 156, l’agente della riscossione,al pari di quanto già previsto per l’agenzia delle entrate e l’agenzia delle dogane, non può più costituirsi in giudizio per il tramite di avvocati esterni alla struttura.

Queste le conclusioni cui è pervenuta, solo poco tempo fa, la Commissione tributaria regionale della Liguria con la sentenza n. 1745/2017,la quale, in accoglimento dell’appello proposto dalla società contribuente, ha estromesso dal giudizio l’ex Equitalia, con conseguente declaratoria di inammissibilità di tutta la documentazione dalla stessa prodotta.

A tenore dei Giudici liguri, infatti, “Il D. Lgs n. 156/2015 ha stabilito che dal giorno 01.01.2016 l’Agente per la riscossione, ora Agenzia Entrate Riscossione, e l’Agenzia delle Entrate possano costituirsi in contenzioso solo tramite personale interno o facente parte della sovrastruttura.”.

Ragion per cui – prosegue il Collegio – “Non è, pertanto, più accettabile la delega di rappresentanza concessa a legali esterni, come nel caso in questione..(..)..Dal momento che l’errata costituzione , nel caso in esame l’impossibilità di concedere la delega, può essere rilevata in qualunque grado del giudizio, si determina l’estromissione dal giudizio di Equitalia, con conseguente impossibilità di valutazione di quanto prodotto.”.

Dal quadro che precede emerge, pertanto, un obbligo, in capo all’agente della riscossione, di non avvalersi per le proprie controversie di legali esterni alla struttura, a nulla rilevando, come ci insegna la sentenza in esame, la mancanza di una norma cogente in tal senso.

Ecco perché, tutte le volte in cui lo stesso non si adeguerà all’incipit del Legislatore del 2015, il Giudice tributario non potrà che rilevare l’illegittimità della sua costituzione in giudizio, con conseguente ed inevitabile inammissibilità della documentazione versata agli atti del giudizio.