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PACE FISCALE: IN ARRIVO L’ANCORA DI SALVEZZA PER MILIONI DI CONTRIBUENTI

15/06/2018


Questa volta la notizia è attendibilissima, dal momento che saranno proprio i proventi derivanti dall’attuazione della c.d. “pace fiscale” a finanziare le misure che da qui a poco il governo si appresta a varare.

Un gettito, stimato attorno ai 35 miliardi di euro, che verrà immediatamente reinvestito al fine di introdurre nel sistema tributario italiano la tanto famigerata “tassa piatta”, meglio conosciuta come “flat tax”.

Per capire meglio i confini della nuova misura premiale, abbiamo ritenuto opportuno rifarci a quelle che sono state le risposte date a tal riguardo dai consiglieri economici del nuovo governo, i quali stanno lavorando ormai da tempo al testo definitivo da proporre subito dopo la pausa estiva.

CHE COSA S’INTENDE PER PACE FISCALE?

Anche se si preferisce non definirlo tale, si tratterà, in realtà, di un vero e proprio condono tombale a favore di piccoli (almeno teoricamente) contribuenti che risultano non in regola con i versamenti delle imposte e dei contributi previdenziali.

IN CHE COSA CONSISTERA’?

Verrà prevista una sorta di “saldo e stralcio”, mediante cui il debitore dell’attuale Agenzia entrate Riscossione potrà definire le proprie pendenze debitorie accumulate negli anni.

QUALI CARTELLE DI PAGAMENTO RIGUARDERA’?

Stando alle prime indiscrezioni, la nuova misura premiale riguarderà tutte le cartelle notificate ai contribuenti sino al 31.12.2014, con esclusione, quindi, delle più recenti.

QUALE VANTAGGIO CONCRETO SI PROFILA PER IL CONTRIBUENTE?

Se verranno confermate le voci ufficiose, il cittadino “moroso” potrà estinguere la propria posizione debitoria pagando un importo che varierà dal 6% al 10 o, al massimo, al 25% del suo debito, in ragione della propria posizione reddituale e patrimoniale.

Ciò significa, dunque, che maggiore sarà la difficoltà ad adempiere, più incisivo sarà l’abbattimento di cui lo stesso potrà beneficiare in sede di adesione.

QUALI SONO I FATTORI DI CUI SI TERRA’ CONTO NELLA VALUTAZIONE DELL’ALIQUOTA DA APPLICARE AL SINGOLO CONTRIBUENTE?

Quasi sicuramente saranno attenzionati elementi come: la condizione di disoccupato del richiedente, la presenza di figli a carico, il possesso di immobili oltre la prima casa; in sintesi, concorreranno a facilitare l’inquadramento del contribuente tutti i principali elementi espressione della capacità contributiva dello stesso.

E’ PREVISTO UN TETTO MASSIMO DI DEBITO “CONDONABILE”?

Da ciò che trapela nei corridoi di palazzo, la pace fiscale dovrebbe essere una misura accessibile a tutti coloro che presentano un’esposizione debitoria pari ad un importo massimo di € 200.000, comprensivo di tutte le voci previste.

La ratio dovrebbe essere quella di non consentire l’adesione ai c.d. grandi evasori, ovvero a coloro che si trovano con enormi cifre iscritte a ruolo più per una questione di scelte imprenditoriali che per effetto della crisi che ha caratterizzato l’ultimo decennio.

LA MISURA SARA’ ACCESSIBILE ANCHE A COLORO CHE PUR AVENDO FATTO DOMANDA DI ROTTAMAZIONE NON HANNO ONORATO IL PAGAMENTO?

La risposta dovrebbe essere senz’altro che positiva, considerato che la stragrande maggioranza degli attuali debitori aveva presentato l’istanza per l’accesso alla definizione agevolata pur non sapendo le effettive possibilità di versamento delle somme comunicatele.

Almeno in linea teorica, tutti i contribuenti dovrebbero poter accedere alla pace fiscale.

LA DEFINIZIONE RIGUARDERA’ TUTTI I RUOLI PRESENTI PRESSO L’AGENTE DELLA RISCOSSIONE O FARA’ RIFERIMENTO SOLO AD ALCUNE IMPOSTE PARTICOLARI?

Secondo i primi rumours, le somme per cui sarà possibile ottenere l’abbattimento dovrebbero essere quelle relative alle imposte erariali ed ai contributi previdenziali.

Nulla è detto, ad ogni modo, in relazione alle altre tipologie di pretese debitorie.

PER CONCLUDERE, RIPORTIAMO UN ESEMPIO PRATICO DI QUELLO CHE UN CONTRIBUENTE RISPARMIEREBBE DALL’ADESIONE ALLA PACE FISCALE.

Ipotizziamo che il contribuente sia debitore di una somma di ammontare pari ad € 200.000. Nel caso in cui si opti per l’aliquota del 6%, su un debito di 200.000 euro, si dovranno pagare 12.000 euro; nel caso in cui il debitore opti per l’aliquota del 10%, dovrà pagare 20.000 euro e, nel terzo caso, in cui si opti per l’aliquota del 25%, si dovrà versare la somma di euro 30.000.

Un risparmio, quindi, abbastanza significativo..

Oltre a ciò, tuttavia, l’auspicio di chi scrive è che la misura venga estesa a tutte le cartelle notificate sino al 31.12.2017 e non solo, come la norma parrebbe prevedere, a quelle recapitate entro il 31.12.2014.

Anche perché, laddove così non fosse, non sarebbe del tutto scontata una riabilitazione totale del contribuente, con conseguente reintroduzione dello stesso sul mercato; del pari, paradossalmente negativi potrebbero rivelarsi, inoltre, gli esiti della misura premiale.

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